Thursday, April 28, 2005

Schivatemi

Ecco, ne arriva un altra. Mi travolgera', di certo, mi passera' dentro indifferente nella consapevolezza dei suoi svariati quintali. E' sempre piu' vicina, e' sempre piu' veloce. Possibile che non mi abbia visto? Possibile che non si accorga di me?
E pensare che sono state loro a crearmi, a rendermi sempre piu' grande e scomoda. Si, sono considerata scomoda, soprattutto perche' rappresento un'imperfezione della societa', un cancro amaro su cui la scienza continua a studiare. Non riusciranno mai ad eliminarmi, rinascero' in un altro luogo, ma non riusciranno a mettere una diga al mio dilagare. Ed ogni volta che mi colpiscono io rinasco, ogni volta che riescono ad accorgersi di me e' un occasione persa. Di ingigantirmi.
La sto' guardando fissamente, d'altronde non posso fare nient'altro. Non m'ha visto, ora e' troppo vicina per cercare di evitarmi. Vieni, prendimi, fai di me una cascata di malessere.
Mi ha visto, ha cercato di scansarsi ma non ha potuto evitarmi. Sono diventata piu' matura. Piu' malagevole.
Anche quella dopo mi ha preso, anche quella dopo ancora. Sono un dio del male. L'ultima m'ha evitato, me ne ricordero' in futuro, quando saro' troppo grande anche per lei. Per la sgusciante.
La dolce vita di una buca sulla strada. Sull'asfalto.

Wednesday, April 27, 2005

Oggi qualcuno ha scoperto l'acqua calda

A caratteri cubitali, su quasi ogni organo di stampa c'e' scritto la scoperta dell'acqua calda: siamo i primi al mondo in fatto di sovrappeso nelle fascie piu' giovani di eta'.
Il bello di tutto questo sta nel totale disorientamento dei giornalisti, infatti non riescono a spiegarsi come questo primato possa essere confermato nel paese della dieta mediterranea, considerata come la piu' equilibrata per una vita salutare; bollando, tra l'altro, i continui allarmi dei pediatri come occasioni per fare degli introiti.
E bravi i nostri giornalisti! Bravi soprattutto a non guardare nei McDonald della propria citta' dove, ad ogni ora del giorno, questo marasma di giovani menti vanno a gozzoviglirsi come dei porci.
D'altronde mi tocca comprenderli questi giovani: i genitori sono troppo occupati nelle rispettive carriere per accorgersi che quei continui divieti all'intraprendere qualche carriera sportiva, possano portare a un tale accumulo di grasso. "E' bello il bambino paffuto, e' segno di felicita'", cercano di scusarsi.
E allora via all'usura del telecomando, via libera al saccheggiamento delle dispense, vai con l'ingurgitamento di quanto piu' dolce e melassato possa esistere!!!
Una corsa? Troppo difficile, troppo scomoda. E' fastidioso l'odore del sudore.
In questo mondo sterilizzato

Soddisfazione di una mediocrita' lampante

Che serve andare a scrivere tante righe di nefando inchiostro quando non si ha niente da dire? Serve, a quanto pare, serve soprattutto se vuoi fare strada in un mondo che non ne vuole saperne dei significati.
Solo quando provi a scrivere qualcosa riesci a capire quanta fatica possa costare un buon testo. Devi stare attento alla metrica, al significato standardizzato di alcuni concetti e all'aspetto delle frasi.
Tutte cose superflue, perche' se non hai qualcosa di veramente buono, qualcosa da prendere e da sbattere in faccia a tutti quei denigratori, sai dove puoi metterti quella penna.
Poi, ironia del destino, riesci a mettere giu' qualcosa di nuovo, di inaudito - visto soprattutto la tua scarsa mediocrita' - e ne gioisci alla vista. "Incredibile! Bellissimo!" pensi tu.
Pensi di aver scritto il miglior pezzo della tua vita, sintetizzando al meglio il senso del tuo essere. Nessuno non puo' accorgersi di tale ricchezza. Ti sei sezionato su quei righi. Pensi tu.
Quando riesci finalmente a mostrare quello appena prodotto, sei sicuro di poter leggere la soddisfazione sulla faccia dell'altro. Non puo' non farlo, non di fronte a queste magnifiche righe. Pensi tu.
L'altro la guarda, la legge e si complimenta con te. Piu' per decoro che per altro. Poi se ne va ad ascoltare l'ultimo della Britney. Hai pensato male.

Monday, April 25, 2005

Questa e' vita?

Te la ritrovi sullo specchietto posteriore: capelli alla sbarazzina, enormi occhiali scuri alla moda, viso ben abbronzato e labbra moderatamente baciabili. Lei ti guardava sin da quando ha raggiunto il tuo posteriore, ma tu l'hai notata solo ora.
Fai finta di non essertene accorto, la guardi alle svolte e l'intravedi ai semafori. E' bella, piacente nella sua perfezione carnale, avvolta in qualcosa di costoso, degno del miglior dio greco.
Dopo qualche tempo, quando scoprite che quei sguardi non sono solo limitati all'individuazione di un'identita', cominciate a guardarvi negli occhi, spiegando reconditamente la disperazione sentimentale in cui vi siete cacciati. Chiaramente lei s'e' tolta gli occhiali, e ti sembra che in quei due pozzi d'acqua limpida galleggino delle pagliuzze. Pagliuzze d'oro. Da cercare. Da ritrovare.
Ti sembra di parlarci, le fai pure qualche sorriso a cui contraccambia timida: non e' la ragazza impossibile della prima impressione. Quando tutto sembra andare come un film, le due macchine si dividono: tu a destra, lei diritto.
Tutto per colpa di due stanghette su sessanta tacche.

Thursday, April 21, 2005

Mon dieu (0)

Sei a Parigi, una valigia e' tutto quello che hai e la Senna, scura ed imponente, scorre sotto di te come un'autostrada di anime ululanti.
Hai lasciato i tuoi genitori a casa, anzi, sei praticamente scappata; non sai neanche tu il motivo di un gesto tanto insensato, sai solo che hai preso una vecchia valigia, l'hai riempita di vestiti comodi e sei salita sul primo treno partente dalla stazione e te ne sei scesa al capolinea: Parigi.
Fantastica questa citta', ma non oggi: tutto e' coperto da una pioggerella fine che rende scivolose le superfici, i lampioni mandano un tenue riverbero che non basta ad illuminare neanche se stessi e le persone, quelle persone di cui hai sentito parlare cosi' bene, ti incrociano e tirano dritto. Senza salutarti. Senza voler fare conoscenza. Neanche un benvenuto. Nemmeno un grazie.
Hai le scarpe fradice, probabilmente quello che hai dentro la valgia sara' gia' da buttare e t'accorgi solo ora di essere in possesso di pochi spiccioli, bastanti solo per un caffe'. Magari anche un toast.
Sarebbe facile buttarsi, la valigia zuppa d'acqua ti tirerebbe sul fondo in un battibaleno e la corda che collega quel contenitore alla tua cintola non lascerebbe scampo ad alcun ripensamento.
Basta un passo. L'ultimo

Wednesday, April 20, 2005

Dubbi su un evento epocale

Ieri pomeriggio si e' svelato al mondo un altro personaggio che, volente o nolente, sara' ricordato su tutti i libri di storia. Lo so che molti di voi non condivideranno quello che diro', ma state comunque a sentire.
Con quell'infelice accostamento di consonanti e la finale dura, gia' il nome di questo venerando personaggio non e' che incuta una tranquillita' spasmodica; se poi aggiungiamo l'imposizione delle mani accuratamente misurata, il sorriso sghembo con cui si e' presentato, la fama conservatrice che si porta dietro e la veterana frequentazioni alle stanze pontifice, la scelta cardinalizia lascia un alone di dubbio: hanno scelto un bastione contro le ultime sbandate della chiesa o un papa di transizione?
Ratzinger, d'altro canto, sembrava destinato a questo ruolo: negli ultimi mesi di vita di Giovanni Paolo secondo reggeva praticamente da solo le sorti della chiesa; aveva anche tentato piu' volte di ritirarsi dagli organi di potere ma era stato prontamente riconfermato dal suo predecessore, segno di una certa levatura carismatica del neo-pontefice.
Dubbi ce ne sono, indizi pro e contro anche, ma sara' la storia a decidere di lui.
Spero che i miei dubbi siano infondati, sopratutto pensando a quanta gente crede veramente.

vivere & sopravvivere

Quando tiri a campare, quando torni a casa dal lavoro e ti stravacchi sul divano fino a che non ti addormenti per poi svegliarti e ritornare al lavoro, quando vedi la liberta' sulle pagine di un giornaletto pornografico, vuol dire che stai sopravvivendo. Sopravvivere e' una condizione di servilismo nei confronti della societa' che ti circonda, di cui ti senti succube e schiacciato. Non prenderai certo dei rischi - sarai sempre sulla barca dei vincitori -, ma ti verra' il timore di far parte di un gregge. Tecnicamente: preda.
Quando si prendono dei rischi, anche con giudizi controcorrente e quindi impopolari, fregandosene altamente di tutto cio' che ti circonda, quando decidi di mettere a frutto quello che ti ronza nella testa, quando esibisci con orgoglio i frutti del tuo intelletto, vuol dire che hai deciso di vivere.
Molti sono sopravvissuti aspettando la fine, divertendosi pure a sbeffeggiare chi ha voluto vivere, ma solo quest'ultimi possono dire di aver fatto qualcosa di concreto nella loro vita.
Se hai deciso di sopravvivere, ben per te, basta che tu lo riconosca, ma se hai deciso di vivere, beh... buona fortuna: non siamo in un film, e' bene che tu lo sappia, quindi non puo' esistere sempre un lieto fine.
Vivere o sopravvivere?

Monday, April 18, 2005

Beatitudine dei sensi

Quando il tenue sole autunnale ti accarezza il viso, senti un'incredibile stimolo ad andartene fuori a sdraiarti su un prato ed a pensare. Una volta in mezzo a quell'erba che presto sara' coperta dalla neve, senti qualcosa di incredibilmente rilassante e confortevole.
In quei pochi giorni di pace assoluta tra l'estate e l'inverno, gli uccellini se ne vanno, gli animali non pensano nient'altro che a prepararsi per l'inverno e la natura comincia a rallentare. Non ti accorgi che cosa sia quella cosa che ti fa star cosi' bene ma il tuo corpo, con i suoi molteplici sensi piu' o meno noti, avverte la beatitudine della situazione e si rilassa per intero.
E' il silenzio colui che ti fa star cosi' bene, quella incredibile cappa che ti isola dal resto del mondo, ti circonda e ti accoglie tra le sue braccia per portarti in altre dimensioni.
Tra le braccia di Morfeo. In luoghi lontani. Su altri mondi.
Ad assaggiare gustosissimi frutti.
Anche un'arancia rossa.

Carpe diem

Non so se la fortuna aiuti gli audaci, so solo che nel lungo cammino della vita ti si possono presentare delle occasioni che si possono prendere o no. Queste ultime sono difficili da riconoscere, ti possono sfiorare senza provocare nessuno stimolo, ammiccarti senza attrarti. Sta a te vederle e sfruttarle.
Il brutto di tutto questo, sta nel fatto che nella vita certe occasioni non si ripresenteranno mai e, una volta riconosciute - ovviamente a posteriori - ti rodi l'animo al pensiero lacerante.
E ti butti nella disperazione, tramutabile in alcool o quant'altro ti faccia sembrare star bene. Effimera realta'.
Mi si e' presentata un'occasione, non so se sara' positivo sfruttarla, so solo che voglio vivere.
E non sopravvivere.

Wednesday, April 13, 2005

Salvo. Ma per quanto?

La mattina te ne stai li a zigzagare nel traffico cittadino, svaccato sul comodo sedile della tua macchina saettante. Non ti preoccupi di quello che ti succede attorno, sai semplicemente che devi rispettare un certo qual orario per non sembrare tanto differente dagli altri. Ad un certo punto un lungo rettilineo ti permette di lanciare a briglia sciolta le svariate decine di equini galoppanti che hai nel cofano, raggiungendo tra l'altro una buona velocita' di crociera. Un sorrisetto soddisfatto appare sulle tue labbra.
Vedi una vecchia utilitaria davanti a te, viaggiante ad una velocita' non piu' considerabile, pensi di poterla far soccombere con uno di quei sorpassi micidiali di cui ti sei munito e, guardando fugacemente lo specchietto laterale, invadi abbondantemente la corsia di fianco. Ti sembra di essere un dio.
Un padre di famiglia, qualcuno che lavora sodo per dare una buona istruzione ai propri figli, se ne sta' viaggiando dall'altra parte e vede la tua arroganza puntargli i fari.
Gli occhi vengono presi dal panico, il corpo si risveglia, il sangue ti si gela nelle vene, cerchi di aggrapparti a qualunque cosa possa frenare. La macchina geme.
Oggi sei salvo, domani tutto questo sara' un ricordo. Tra un mese non ricorderai molto.
Di aver salutato la morte.

Oggi il sole splende

Luccica il tutto inrtorno a me, le superfici sorridono e la notte e' solo un lontano ricordo... quanto e' bella una giornata di sole!
Non so se sto' bene veramente, so solo che oggi, al momento in cui scrivo, mi sembra di essere immerso in un luogo ultratereno, contornato da putti alati e boccioli di fiori inimmaginabili.
Lasciatemi questa illusione, lasciatemi in questo posto felice, lasciatemi il momento che vivo.
Domani solo sapro' se sara' possibile vivere, cosi', vista tanta incertezza su un futuro cosi' prossimo, cerchero' di vivere appieno quello che mi resta da vivere in questa giornata.
Auguratemi buona fortuna visto che l'auguro a voi.

Wednesday, April 06, 2005

Giornata di esame

"Un'universitario, vista la frequenza con cui si deve mettere alla prova, non avverte piu' la tipica tensione del periodo di preparazione all'esame". Balle.
La definizione puo' andare bene solo nel caso tu non abbia studiato, quando vai dentro descrivendo una profonda "R" in alto a destra, quando entri per rubare il protocollo.
Quando ti prepari, quando vuoi prendere qualcosa di emozionante, quando gagliardamente sparli con gli altri che si stanno preparando al tuo medesimo esame, non sei indifferente.
Puoi metterti una maschera ma non la puoi indossare sempre. Via via che i giorni passano e l'esame si avvicina, essa sembra restringersi; ti fa male alla mandibola, poi comincia a premere sulla fronte; poi ancora ti si fa troppo aderente al naso ed e' proprio li che te la togli.
Cominci a dormire poco, a svegliarti di soprassalto per controllare se le titubanze erano giustificate, e sei incredibilmente cagionevole di salute.
Non siamo supereroi, di questo ne sono sicuro.

Monday, April 04, 2005

Primo messaggio

Mi affaccio a questo mondo senza una idea precisa di cosa sia il femnomeno blog.
A parte questi dettagli trascurabili, siccome non ho poi tanto tempo per scrivere questo messaggio ma voglio vedere come cavolo vengano visualizzati sul browser, mi verrebbe da dire qualche frase banale del tipo: "mi piacerebbe fare il meglio possibile ecc...".
Non sapendo neanche dire queste frasi, lascio questo primo messaggio incompleto...