Thursday, March 29, 2007

Politica e politicanti

La politica odierna è uno scranno regale dallo schienale alto, importante, impreziosito da pietre e blasoni. Oltremodo comodo, permette di appoggiare con tutto il confort immaginabile gli avambracci sui braccioli, foderati di delicate piume di cardellino. Non molto alto da terra, le gambe cascano esattamente d’appoggiare interamente la suola, senza avere la coscia – neppur lievemente – levata dal cuscino profumato, ove poggia il sedere. C’è persino la possibilità d’avere un soffice appoggio porpora: attaccandolo al punto esatto dove la testa poggia, aumenta a dismisura il rilassamento dei muscoli del collo; qualora lo schienale d’avorio e ametista non dovesse soddisfare appieno tale funzione. Siccome la millenaria esperienza della pregevolezza di tale scranno ha affinato ogni particolare, qualora si volesse stendere le gambe, v'e' la presenza di un poggiapiedi di platino ed oro, foderato superiormente del miglior tessuto d’Inghilterra: prodotto in una quantità esigua – un metro quadrato di stoffa all’anno -, viene impiegato in toto per non offendere oltre i tacchi del politico sedente dall’offesa del suolo.
Capibile, quindi, la vile efficienza della cinghia in cuoio grezzo, piantata per mezzo di alcuni chiodi nei braccioli di cardellino; la cui fibbia rigidamente serrata sopra le gambe, viene continuamente controllata dal politico sedente.
Ma certo, perDio!, è più facile piantonare gli occhi sullo stato d’usura della propria cintura, che alzare lo sguardo e vedere la merda su cui questi scranni sono stati edificati!

Sunday, March 25, 2007

Immagino

Un'opera teatrale in cui dei magnifici porci, dopo essersi scambiati pacche sulle spalle, sorrisi affabulatori e frasi cameratesche, si siedano su dei sgabelli in rapida crescita. Parole demagogiche, gesti ampi, tutto per conservare il loro prestigio; nell'infame nome dell'Onore calpestabile. Ben presto saranno privati della parola, di modo da rendere il tutto una pantomima - e quindi una caricatura farsesca amara - di loro stessi.
Poi immagino di alcuni cerbiatti, qualche scoiattolo, persino delle ninfe animali, che stravolgano la considerazione che abbiamo di loro, deturpandosi avvicendevolmente i corpi con dei randelli, in nome dell-ideale a cui - inspiegabilmente - si sono votati con anima e corpo. Questi dovranno correre e lottare sfiorando gli sgabelli dei porci, come se solo il loro sobconscio vedesse gli ostacoli, ma non la ragione che li comanda. Mi serviranno musiche idonee, tutti dovranno essere partecipi e propositivi; immagino persino che almeno uno capisca l'intento principe che sta sotto. Non ci saranno protagonisti principali. Deve essere la collettivita' a risaltare.
Poi il finale, che non posso svelare, ma che comprendera' intimamente tutti coloro che staranno in sala. Fara' ovviamente piangere, per sfociare in odio e rivalsa, piombando sulla difficilissima decisione del The End con un senso di disagio e leggera vergogna. Poi entreranno gli attori senza maschera, il regista, qualcuno delle luci e il promotore dello spettacolo. Se pomodori o fiori non so. A me importa che si polverizzino le ragnatele nelle menti dei paganti. All'uscita dal teatro, le teste saranno sciacciate sul petto dal peso della ricerca interiore; solo la frescura della temperatura esterna, i rumori della citta' e il dolce tepore insincero di un lampione stradale, saranno le uniche percezioni che faranno comprendere dove vorrei che si andasse a parare.
E tutto sara' nuovo; si potra' finalmente tornare a sorridere, pur sguazzando nel fango.
Qualcuno deve pur rischiare, se non vogliamo che le persone perdano definitivamente la speranza.
Il tutto per dire

Donna: impasto di fango
brodo primordiale di pensiero
termine ultimo di ogni mio gesto o sguardo