Tuesday, January 30, 2007

Uomo senza vita

Uomo senza vita che sfrecci feroce, infuriando nella macchina più o meno truccata, scintillante, imprecando bile contro l’utilitaria che hai superato arrabbiato.
Uomo senza vita che vivi nella calma di essere sempre nel giusto, non domandandoti se al di là della tua condizione ci possa essere qualcosa d’altro, deridendo e sparlando del diverso.
Uomo senza vita che miri ad essere Toro da monta, esibendo sguaiatamente il tuo pisello; l’organo ingordo che devi continuamente soddisfare.
Uomo senza vita con il cinturone dalla gran fibbia, dorata cangiante, esibita nel centro della pancia come scudo contro chiunque ti si avvicini. Uomo senza vita dalle mutande di marca, il sorriso di plastica rinforzata e i capelli preparati in un’ora.
Uomo senza vita che piace avere un tavolino riservato, l’orologio del momento, inseguendo lo stile e il trend del gruppo di cui fai parte – altri Uomini senza vita.
Uomo senza vita che nascondi l’impiego che fai, timoroso di cosa potrebbero dire gli altri, inadatto per un uomo che mantiene un livello sociale così elevato.
Uomo senza vita che ti stordisci di droghe, per ballare e sembrare sempre al top. Uomo senza vita così perfetto, e adatto per ogni situazione, senza punti morti o cali di prestazione, da risultare comunque falso, di plastica.
Uomo senza vita che sorridi di circostanza, seduci per profitto, pensi senza lasciar vagare la fantasia.
Uomo senza vita che pretendi il sentimento, senza compromettere la tua libertà.
Uomo senza vita che sacrifichi tutto per la tua libertà, non accorgendoti di uccidere a poco a poco ciò che insegui infruttuosamente. La Vita stessa.

Sunday, January 28, 2007

11:04

Il battito di mani si accompagna alla chitarra. Un luogo comune canta sotto; ed è quasi un peccato l’introduzione forzata del terzo incomodo: cerco considerazione, raccogliendo sabbia. Che se ne fugge tra le dita insicure, frammezzate dalla palmatura di un desiderio inesprimibile. Incurante la scena scivola via. E subentra la seconda. Sempre con il battito e lo strimpellìo argentino di una chitarra acustica, in salsa. La spina che inizia a graffiare nel fondo dello stomaco. Pungono i tacchi della ragazza con il vestito lungo, demoniaco; la rosa appuntata infuocata nei capelli lunghi, neri, dagli occhi di brace che esprimono l’armonia della terra aspra e passionale della pampas. Ti prego avanza nel tuo peregrinare all’interno di me. Scoprimi, percuotimi dentro, muovendo le mani a biscia. Batte il tacco con un movimento, poi fa una brusca giravolta per ricomparire fiera, nel migliore marmo brunito scolpita, guardando al di là delle folte teste fumanti. E’ bella come una dea greca; ed è impossibile che quelle labbra rubino possano scaturir parola che non siano verità assolute a cui affidarsi senza appello. Batte le mani, in alto con i gomiti che vanno ad accompagnare il terzo incomodo, ora meglio accolto dai due preponderanti. Le magnifiche braccia, intrise di nervi e muscoli atavici, muovono la vasta gonna nelle quattro direzioni. Le gambe compaiono e scompaiono. Sono indaffarato a raccogliere brandelli di me, completamente inghiottito.

Questa è la sensazione che provo quando riesco ad esularmi da tutto il resto. Anche da me sesso.

Una gitana che si dipana. Capire senza preoccuparsi che cosa porterà la compenetrazione. Approfondire l’intelligenza dei sensi. L’artista è anche tecnica, ma se vuole poter intravedere che cosa c'è al di là di qualunque stile o concezione, deve lasciar perdere di sforzarsi per comprendere la fantasia: essa si sviluppa da sé.