Sunday, February 26, 2006

Lo Stupido si innamora

Era uno di quei cuoricioni di plastica giganti, ad intermittenza illuminato, roteante grazie ad un motorino nel d'abbasso. La sfortuna volle che ispirasse del sentimento - di raggiro, ovviamente -, e che il motorino roteante si fosse fuso molto tempo prima. Immobile. Lo stupido, sgusciato da una viuzza laterale, vedendoselo davanti d'improvviso, ebbe una folgorazione: l'aveva trovato. L'Amore.
L'abbraccio' riconoscente, stringendoselo al petto; appoggiando la guancia scavata sulla superficie rovinata dalle intemperie, avverti' i falsh di tepore del faretto interno. Intendendo l'intermittenza del lume come il battito a lui dedicato, bacio' la superficie screpolata di gusto, estasiato. E si innamoro', come mai aveva amato, fregandosene dei gesti di derisione di coloro che gli passavano di lato. Questo per una giornata.
Ma la sera sopravvenne, ed anche il padrone del motel a ore, proprietario di tutto quel che c'era sull'aiuola dove lo Stupido stava. Anche del cuoricone. Spento questo, il Proprietario ando' a letto sbuffando: anche quel giorno non aveva preso molto. Avrebbe dovuto chiudere, di questo passo.
E lo Stupido? Pianse e se ne ando'. In quanto - siccome era uno stupido -, non si preoccupo' di saperne d'altro, al di fuori del sentimento deluso.

Wednesday, February 22, 2006

Lo Stupido incontra l'Uomo perfetto

Che volete che vi dica? Arrivo' pure lui: bellissimo, con un macchinona lunga cosi', vero e genuino come un panino del McDonald. Sceso che fu dal morbido sedile in pelle di daino - dopo aver tirato il freno a mano dai mille confort -, chiuse la rilucente portiera dietro di se, innestando il magnifico corpo all'indirizzo dello Stupido. In mano un borsone d'allenamento, perfetto e scintillante pure lui, con all'interno quanto di piu' performante e costoso potesse esserci. Sulla faccia, degli occhiali irraggiungibili, praticamente impossibili. Era proprio perfetto.
Lo Stupido lo guardo' inebetito, dal basso dei propri stracci: ma come poteva essere che un uomo fosse cosi' bello? Per tentare di dare una spiegazione, lo Stupido lo segui' a qualche metro di distanza, simulandone il passo sicuro e la postura ferma, seppur sciolta.
Ma l'Uomo perfetto entro' in una porta di una palestra, serrando definitivamente fuori lo Stupido, sempre piu' stupido. Rimandato fuori da un guardiano dalle enormi avambraccia, lo Stupido stette per alcuni minuti sul marciapiede, senza saper che fare. Deluso ed affranto, nel mentre che l'Uomo perfetto ingollava una bibita iperproteica, lo Stupido se ne ando' da quel fazzoletto di asfalto.

Monday, February 20, 2006

Lo Stupido si infortuna

Inseguendo una farfalla, proprio quando stava per domandargli di che colore potesse essere il sentimento, lo Stupido fini' con la gamba destra in un tombino, lasciato aperto da un incauto manutentore della rete fognaria.
Dentro che fu, d'improvviso trasalente, le due ossa lunghe del polpaccio si spezzarono. Alzatosi dalla posizione in cui era stato gettato dalla forza di gravita', massaggiatosi quella parte di anca che si era fracassata al suolo, venne risbattuto a terra dal dolore: afoso impestante.
Una megera dalla borsetta ben chiusa passava di li', non destando che un'alzata di ciglio allo straccione a terra. Un uomo d'affari dalle suole larghe - un arrampicatore sociale di certo -, vedendolo a terra al suolo, con una gamba storta di per giunta, lo scambio' per uno dei tanti che si fingono menomati per spillare quattrini: ma che cazzo vuoi? Vai a lavorare, va'! Siccome lo Stupido era proprio uno stupido, non ribatte': urlava e basta.
Solo una bambina telefono' ad un numero ben noto, ma se ne ando' prima che riuscisse a vedere che cosa aveva combinato; trascinata via dalla madre indifferente, in ritardo per andare al lavoro.
Caricato su di una ambulanza, lo Stupido venne portato ad un ospedale dai vetri di cristallo, medicato e guarito, con un grosso conto da pagare all'uscita.
Ma era pur sempre uno stupido, e continuo' a camminare.

Friday, February 17, 2006

Lo Stupido al bar

Lo stupido ebbe sete: identificata una porta a vetri come una buona alternativa alla siccita' dilagante, si indirizzo' per aprirla. Sfortuna della sorte, proprio in quel momento un uomo arrembante stava uscendo. L'inebetito si interrogava su chi potesse essere quel suo analogo che si avvicina - dapprima lentamente, poi sempre piu' velocemente -, ma un lampo di dolore improvviso lo capovolse all'indietro, lasciandolo senza una risposta. Presto detto: la porta si richiuse automaticamente, con lo Stupido a terra, e l'uomo arrembante sullo sfondo. Indifferente, verso nuove conquiste. Come sempre.
Ma la sete incombeva furiosa quindi, relegando il fatto come qualcosa di normale - era sempre uno stupido, ricordiamolo -, entro' con un bel stampo rosso in viso. Lo Stupido chiese qualcosa da bere ad uno, poi ad un altro, infine tracanno' da una tazzina uno strano liquido scuro. Ah! Bollente! Da un'altra tazzina, questa volta piu' grande. Bollente pure questa!
Una bambina lo guardava curiosa, al che' lo Stupido si esibi' in un sorriso smagliante - seppur stupido, aveva bisogno di affetto pure lui -, ma i suoi denti erano sporchi di caffe' che, aggiunti agli ematomi che aveva dai trascorsi, non gli conferivano affatto un bel aspetto. La madre vide tutto: Aiuto! Un pedofilo! Un minorato mentale! Ehi, ma quello era il mio caffe'! E quest'altro il mio cappuccino! Al ladro! Al ladro!
Cacciato a furor di popolo, ancor piu' ammaccato, lo Stupido riprese ad inseguirsi le scarpe.

Monday, February 13, 2006

Lo Stupido

Lo Stupido si avventurava per le strade con fare gaio: sorriso beato, occhi felici, membra sciolte, insomma la classica espressione da stupido.
Accanto ad un cassonetto un gatto gli saetto' fuori dall'interno, graffiandogli la faccia da parte a parte. Credete che si sia preoccupato? Affatto: era pur sempre uno stupido, no?
Cercando di portare il corpo in un bar d'alta classe, dove degli escrementi umani tutti azzimati sorseggiavano languidi degli influssi melliflui, lo Stupido venne cacciato a calci nel sedere da una scarpa perfettamente lucida. Ma era pur sempre uno stupido, e non si preoccupo' affatto di sembrare sbagliato.
Inghiottito qualcosa che sembrava un panino al burro, dovette essere portato d'urgenza all'ospedale: aveva ingollato un pezzo di plastica, pubblicitaria, una delle tante accalappianti. Ringraziati tutti quei che lo salvarono, lo Stupido continuo'.
E fu cosi' che arrivarono bambini, folletti, cani con le code danzanti a fargli le feste. Lui cerco' di allietarli con un giochetto risaputo, ma una sparatoria interruppe il tentativo, prima che questo decretasse un responso. Derubato, denudato e pestato ben bene, lo Stupido venne abbandonato esangue al suolo. Passata una buona oretta - in cui nessuno si fece vivo -, lo Stupido si rialzo' e, raccattato al suolo un cencio di panno, si mise addosso l'improvvisato sudario a toga, ritornando a guardare avanti come se nulla fosse successo. Proprio come uno stupido.

Friday, February 10, 2006

Contro chi?

Per chi si fosse chiesto, per chi avesse trovato una soluzione, io dico: bravi, bella puttanata.
Il paese in cui viviamo e' guidato dai defunti, mentre i vivi sopravvivono nella cropula sopra le tombe. Nessuno che abbia la forza di portare avanti quel che si e' detto, inascoltati i proclami allarmati che ci vengono da fuori, patetismi isterici per coloro che se ne dovono fuggire dalla vergogna. Ma chi credete che siamo? Non si puo' essere sempre il centro del mondo, no?
Oggi sopravvive il cult, l'underground (un underground tradito, di per giunta), il mito e la leggenda. Nient'altro, proprio come il politico dal sorriso di gomma che va in televisione a masturbarci l'animo: CI SEI! SEI CONNESSO!
Ma attenzione, questo non e' un esplicito post di avversione a uno schieramento, piuttosto che ad un altro: questo e' contro tutti coloro che non ci capiranno niente di queste righe! Si, proprio voi, che non vi interrogherete mai su quel che si e' detto, passando oltre sbuffando, relegandomi nell'ade del dimenticatoio!
Pero', mica male...

Wednesday, February 08, 2006

Dopo

....e che dire?????....
questo turbinio di sentimenti si agita in me...ma quali sentimenti?amore,indifferenza,disperazione e massima gioia...
quale tra essi prevalga non so,so solo che prima uno e poi l'altro si alternano dando origine a questo vortice impetuoso che mi prende e non mi lascia...
ma sopra tutti prevale l'amore...sono ancora in volo,tra le sue grinfie...ha mollato un po' la stretta,ora sento che gli artigli che prima mi stringevano forte hanno un po' allentato la presa,ma non mi fanno cadere,una presa sicura...
se tutto questo e' necessario,ben venga...sono pronto,disposto a sopportare ogni cosa...via,il volo continua verso quel nido..non so quanto disti ancora,ma so che esiste e questo mi da coraggio...l'amore o e' vero o non e' amore....e dal dolore che mi hanno provocato gli unghioni,credosono convinto che sia amore...
sin dall'inizio sapevo che l'amore non e' solo rose e fiori,ma l'importante e' amare,senza se e senza ma...AMARE e basta...

Prima

Amore...questo strano sentimento che d'improvviso ci travolge e ci porta verso lidi lontani,dove mai avresti pensato di poter arrivare...
Arriva con tutto il suo fragore e la sua forza...
Ti prende tra i suoi artigli e ti innalza oltre il cielo...
I suoi artigli....
Essi ti prendono dapprima con delicatezza e tutto e' piacevole,tutto e' nuovo...
La bellezza delle cose nuove nuove, l'andare verso qualcosa mai provato, non per il gusto di provare, ma perche' ti senti pienamente rapito, piu' ti divincoli e piu' sei bloccato...
Gli artigli che d'apprima ti avevano preso dolcemente,poi cominciano a stringersi,ti si conficcano nella pelle...un dolore atroce ti prende il cuore,ma pensi "quando giungero' al suo nido,tutto sara' finito e finalmente potro' stare in pace e tranquillita' assieme a lei"....
Ma gli artigli fanno male...non capisci se e' per non farti cadere nel vuoto o se per fare solo del male...
Che sia stato un malinteso?che si abbia sbagliato ad interpretare l'amore?
che mi lasci cadere nel vuoto, arrivero' a terra, mi faro' male, ma poi come sempre mi rialzero' e continuero' a camminare...
Ma dentro la speranza non muore mai,in attesa di vedere anche in lontananza quel nido tanto cercato....
La speranza e' l'ultima a morire e a volte e' l'unica cosa che ti da vita...

Monday, February 06, 2006

Fatelo

Fatela finita. Fatelo perche' vi piacera': vi dissuadera' da quella parte di voi che vi lascia rintanare senza sforzi. Fatelo perche' sarete gli esattori del vostro destino, della storia di cui vi piacerebbe far parte. Fatelo e andrete su di tutti i giornali, o sulle televisioni. Poco importa.
Pur avvicinandosi a grandi passi verso questo attimo, la cosa che vi sorprendera' di piu' sara' il dubbio dell'ultimo secondo. Non lo ascoltate. Siate forti, almeno voi. Parlo bene ma razzolo male. Quant'e' vero.
Non lasciate niente come ricordo: qualcuno vi potrebbe accusare di non aver saputo dare di piu'.

Sunday, February 05, 2006

Un progetto

Il mondo, per come sta andando, ci sta snobbando. Si, cari miei: non siamo che polvere, negli occhi di chi ci dovrebbe ascoltare.
Di intellettuali con le palle non ce ne sono piu' - qui dicono -, ed e' forse per questo che il mondo dell'editoria non si preoccupa di stampare italiani decenti, se non i soliti noti: meglio affidarsi ad affermati scrittori stranieri. Che possono essere buoni, come no. Per la tv non ne parliamo: s'e' gia' scritto e detto abbastanza. La musica italiana e' sempre stata un passo indietro alle altre, come ben sappiamo. La politica e' oramai intesa come un progetto di fumo e sorrisi, nessuno escluso. Il ballo, il teatro, e' merce di nicchia. La satira impazza, ma e' piu' facile andare contro, che tentare di progettare qualcosa di concreto.
Che fare per risollevare le sorti del paese?
Avrei una proposta: siccome non si sa per quanto Internet sia ancora terra di nessuno (adesso lo e' in parte), e siccome nei vari blog che sono andato a vedere ho visto un certo ribollire di idee, perche' non unirle per formare la spina nel fianco dei furbetti imperversanti?
Proporrei di creare un gruppo di persone mai conosciute, con molte idee e poche sostanze per attuarle, magari raggruppate sotto di un nome comune, scontranti e sparlanti di tutto quel che c'e' d'altro. Niente politica, solo lettere e lettere di idee. Perche' no, dico io.
Qualcuno disposto a risollevarsi dal torpore?

Wednesday, February 01, 2006

Il clown

Un clown e' una maschera di cerone, qualche numero magico di equilibrismo abile, assieme ad una buona dose di autoironia. A parte questo - cio' che tutti vogliono vedere -, il clown vive soprattutto per altro: per le persone paganti che lo vanno a vedere.
Per lui andarsene in pista ogni giorno e' una festa continua, un tornare nei luoghi d'infanzia, con tutti che vogliono scherzare incondizionatamente, senza offendersi affatto. Balzelli, pernacchie, spruzzi d'acqua e capitomboli simil-infernali vengono presi come dei fenomenali numeri d'alta scuola; oltre che far oggetto idolatrante colui che li compie: l'immenso e incondizionato clown. Il mitico clown.
Lo sfortunato clown: anche per lui il tempo si discretizza: deve tornarsene dietro le quinte, nel suo camerino. Un ultimo numero esilarante, poi a baciare con il sedere il sipario, scomparendo alla vista dei momentanei idolatranti.
Pacche sulla spalla di certo, complimenti di chi dovrebbe venire dopo ad esibirsi, per finire in camerino tra le proprie cose.
Mentre il clown si appresta a togliersi il cerone, pero', vistosi privato della propria ragione di vita - il pubblico -, esso piange. Ed e' per questo che un clown ha sempre una goccia tatuata sulla guancia. Rimanere privo del proprio pubblico, per lui significa la morte.
E al giorno d'oggi, di clown ce ne sono sempre meno. Perche'?