Sunday, June 25, 2006

La smetto

Da questo post penso di smetterla. Cambiero'; se in male o in peggio, comunque cambiero'. E' giunta l'ora.
Non e' stata una decisione facile, la mia: nello scrivere avevo trovato una dimensione adeguata, incorporea; pensavo di poter dare molto, e di ricevere altrettanto, e per un periodo e' stato cosi'. Passati i primi flash - per lo piu' dovuti alla novita', ma anche a qualche soddisfazione -, ecco l'imbocco ad un tunnel senza fondo.
Non mi sono fermato, ho perseverato a continuare: ci doveva essere qualcosa, al di la'! Ostacoli sul cammino molti, imprevedibili e molteplici per forma e dimensione, inaspettati come solo lo spigolo della porta alle due del mattino, quando si vuole andare al bagno, si frappone tra la fronte e l'esterno.
Questi ostacoli mi hanno fiaccato, a poco a poco hanno intaccato la fiducia che avevo nei miei mezzi. Nel mentre ho imparato che per fare quello che mi sarebbe piaciuto, serviva un'istruzione adeguata, ma soprattutto conoscenze. Spintarelle, insomma. Proprio come nella vita, infatti, se non hai nessuno che ti possa infilare nel pertugio giusto, nulla ti viene dato. Perche'? Welcome in Italy, molti direbbero. Ma non voglio fare il qualunquista, scusatemi.
Poi v'era la vita, sempre la solita, ripetitiva, inconcludente vita da vegetale sociale. Nessun Amici di Maria de Filippi, al di fuori dello stretto recinto della Tv. Ho cercato persino li' di farmela migliore. Come un giocattolo sempre avuto, l'ho rigirata e rigirata piu' volte, tentando di sorprendermi da un lato diverso. Avevo intravisto delle buone speranze - vie d'uscita -, delle soluzioni al rovente martello di sfiducia che mi picchiava come un ossesso sulla testa.
Ho vissuto persino bene, per un certo tratto della mia esistenza.
Adesso, da qualche giorno oramai, l'insufficienza di prove si e' fatta lampante, quasi legittima. Quindi la smetto, la faccio finita, mettero' la testa a posto come qalsiasi genitore vorrebbe. Iniziero' a scendere a compromessi, intacchero' in superficie l'onore, non mi domandero' piu' del Perche'.
Ma soprattutto smetto di scrivere, qualsiasi cosa mi venga in testa. Basta, e' ora di piantarla. Non ce la faccio piu' a raccontarmela, le mie parole sono fiacche al vento, quasi respinte alla trachea al contatto con l'aria. Il magone, i ripensamenti, le sfide, faro' piazza pulita. Il deserto.
Quello prodotto rimarra' nelle menti che hanno potuto leggere, piu' nulla rimarra' impresso su qualsiasi superficie. A proposito: dimenticate. Pochi patetismi, please.
Chiudo questo post chilometrico con un adieu liberatorio, ancora incomprensibile per chi l'avra' scritto, ma su cui si lavorera' da questo punto in poi.
Adieu, amici internauti.

Monday, June 05, 2006

Creare

Talvolta capita di doversi soffermare: una fuggevole realta', un oggetto che si identifica da solo. L'hai visto, era reale? Non e' dato di saperlo. L'unica cosa di cui sei sicuro, e' che l'hai bene in testa: la bottiglia di Coca-Cola sopra il frigo; qualche nocciolina ben messa dietro all'armadio mentre facevate pulizie; il cugino mentre si esibiva in una particolare espressione gutturale; o quel che volete metterci che vi possa suscitare.
Passano i minuti, le ore, a volte persino giorni ed anni, ma quel pensiero se ne rimane ben vivo in testa. Che vuole?, continuate a domandarvi.
Girandolo e rigirandolo, da ogni angolazione nella vostra testa - che oramai lo contiene -, varie ipotesi si pongono, ma mai nessuna che vi soddisfi appieno. E' un tenero alambiccamento di pensieri spumosi, una ossessione in agrodolce di cui potevate benissimo fare a meno. Diventa dolorosa a lungo andare; questo lo sapete, quindi e' capibile il vostro Fare di tutto per estirparvelo dalla testa.
Quando anche le tempie non ce la fanno piu' di continuare a scoppiare, eccola spuntare: l'idea. E la corsa, irrefrenabile e con ogni mezzo, per esaudire il desiderio che l'oggetto stesso, implorante, vi aveva inavvertitamente imposto di esaudire: comunicare importanza.

Sunday, June 04, 2006

Mettersi in gioco

Ci sono alcune volte che sarebbe meglio lasciare perdere. Lo senti a tatto, appena metti il naso al di la': un formicolio alla base del mento, la spalla si disinnesca, la mente avanza a singhiozzo: tutto di cui sei fatto esclama a gran voce: "Lascia perdere! Lascia perdere!".
Ma l'uomo, l'irreprensibile irriverente chesatuttolui Uomo, pur avvertendo il sesto senso additarlo a gran voce, mica gli da' ascolto. No! Sarebbe troppo facile, non conforme alle norme di quell'onore, che ha calpestato chissa' quante volte, prima di quel momento. Si mette a fare il paladino della giustizia, il baluardo della morale comune, la fortezza inespugnabile della vita come deve essere condotta!
Quando e' troppo tardi, quando finalmente capisce il significato del martello pneumatico che gli perforava l'interno, eccolo divenire lo zimbello, lo straccio con cui pulirsi le piu' infime parti anatomiche. Qualcuno inizia a comporre, un altro a scrivere, un altro ancora si confida con la persona sbagliata. Un piccolo manipolo decide di farla finita.
Caratteristica principe del dopo-periodo e' l'estrema lunghezza che intercorre tra l'avventura che ha causato il Patratrack, e la prossima. Penso sia per dimenticare quanto si sia sofferto. Ma potrei essermi anche sbagliato.
Dal mondo del Mettersi in gioco e' tutto. Chiudo la comunicazione.