Wednesday, February 28, 2007

Giovani e tv

Penso che i giovani non siano la tv.
Troppo semplice, affidarsi alle belle lingue dei commentatori televisivi, presentatori e presentatrici, che vogliono fare un tutto stupido, ripetitivo, con poche speranze e nessun ideale. Mi fa letteralmente sbellicare dalle risate, lo shock prodotto dalla scoperta delle nuovissime colonne delle BR: ventenni, accalappiati da sempreverdi terroristi nostalgici, nei centri sociali e negli estremismi dei sindacati. Mi godo il mio minuto di celebrita', a pensare che un certo qual poliziotto, a Messina, sia stato aggredito e ucciso da una banda di minorenni, sul piazzale dove ogni domenica si consunano scampoli di cronaca sanguinosa.
A parte la canonica settimana di riflessione e di scandalo - in cui succede di tutto, quindi esattamente nulla - pero', ecco la (nostra) bella televisione sfornare un nuovo programma di target giovane, in cui a quattro o cinque qualunque della strada, viene messo in bocca quel tanto che basta da farli divenire carne da Buona domenica; continuando a propinare sempre la stessa solfa: e' la celebrita', la bestia grassa a cui tutti dovrebbero azzannare il collo. Il Grande fratello, ovviamente, e' l'oca piu' ambita: scopo del gioco: infilarsi in quante piu' mutande possibile nel minor tempo.
Ma forse i giovani non sono cosi'. Forse i giovani, vistisi alle strette in un mondo che non fornisce loro un megafono per esprimere le loro idee, hanno deciso che e' venuta l'ora di affidarsi ad un'altra bandiera: l'ideale.
L'ideale della possibilita' di una nazione nuova, riordinata secondo regole monolitiche, dopo una potente azione di guerriglia organizzata. L'ideale di essere finalmente parte di un gruppo, anche se violento e machista come gli ultras di ogni curva. L'ideale che qualcosa di buono ci sia ancora; anche se non pubblicizzato, anche se non palesemente finto e costruito a tavolino: Aldo Pecora: Ammazzateci tutti ( www.ammazzatecitutti.it ): la totalita' dei propri vent'anni trascorsi in Calabria, tra la mafia e gli strozzini, pronti a sacrificare la propria vita per una terra continuamente sommersa dagli errori (voluti) dei vecchi. Ma la tv tace

Friday, February 16, 2007

Noi, filosofi del vivere troppo

Noi, filosofi del Vivere troppo siamo gente strana; senza interrogativi insinceri, alcun problema nel farci vedere piangere.
A cosa stai pensando?
Per i filosofi del Vivere troppo, a questa domanda è facilissimo rispondere: è l’espressione verbale del pensiero che passa dentro. Impossibile rispondere Niente, come fanno i più: per noi la Reputazione non è altro che un cencio abbandonato su un ramo ammuffito.
Questi quattro filosofi che vivono troppo amano il rock, la disco, il jazz, le espressioni musicali in genere. Volgono all’irreale, all’arte, al parto giocoso della mente. Il primo filosofo annuncia, il secondo sorride, il terzo approfondisce, il quarto insiste. E un sorriso imperla i volti di questi poveri uomini, infelici sì di non essere conosciuti meglio, eppur sempre contenti di voler scoprire le mille sfaccettature del mondo che li circonda. Siamo golosi, ad uno di noi non piace la cioccolata, un altro è molte volte l’avvocato del Diavolo, l’ultimo sorride di plastica. Ma c’è rispetto, la pretesa di comprendersi, il subdolo amore tra persone che hanno la voglia di stare assieme per fare qualcosa di buono. Pochi soldi, come non dirlo. Ma non servono per dove stiamo andando.
Stiamo lavorando per voi? Ancora non lo sappiamo, resta il fatto che chiunque entra in contatto con la nostra realtà, ne rimane abbagliato, oltre che lievemente intimorito. Perché avete tutta questa paura di toccare con mano l’insegnamento che l’arte trasmette? Perché abbandonate a sé stessa la spinta irragionevole dei vostri giorni migliori? Non siete soli, volete capirlo?
Mondi con le braccia incrociate, arroccati sulle possenti gambe piantate al suolo, indefesse, che si guardano in cagnesco l’un l’altro, tesi, smaniosi, tacitamente elemosinanti di percepire un abbraccio caloroso.
I filosofi del Vivere troppo hanno aperto da tempo le loro braccia. Ora aspettano che siate voi ad affidarvi alla dolce culla delle parole sincere.
Siate folli. Siate sinceri. Siate curiosi. Siate voi stessi.

Monday, February 05, 2007

Donna senza vita

Donna senza vita che ti mangi le unghie sull’esito della liposuzione, che ti inguaini in microgonne che faranno risaltare il sedere e la vulva, che fai sbavare alla vista, che ti dimeni sulla pista.
Donna senza vita che lisci la tua pelle sino a tramutarla in una stoffa preziosa, profumata e soda, l’unico alternativa che il mondo ti offre per dare un senso alla tua esistenza.
Donna senza vita che ti ostini a vedere il rapporto sociale come un patto di sangue tra due entità: da una parte l’Uomo senza vita con la parvenza di un gruzzolo enorme, dall’altra la battaglia per accaparrarselo sessualmente. Sotto il Toro da monta con il fallo della firma prestigiosa, nell’apparenza d’un orgasmo di celebrità, che lo sperma del sorriso finto dell’Uomo senza vita ti empia sino a farti scoppiare l’utero.
Donna senza vita che non riesci a vedere alternative al di fuori dell’atroce strada della prostituzione legalizzata che la Società mediatica ti offre.
Donna senza vita che non partorirai altro che abomini dal corpo perfetto, dal vestito all’ultimo grido, spendendo e spandendo per impartirgli il concetto che i sensi, l’apparire e l’arroganza sono le uniche entità per divenire qualcuno. Donna senza vita che non vuoi vedere i naturali limiti del tuo figlio, insistendo sulla strada tracciata da te medesima, sino a farlo deflagrare in una pozza di disperazione.
Donna senza vita che con la tua presenza indomita e perfetta – il riflesso più agghiacciante della tua ignoranza – ammutolisci coloro che la vita se la tengono stretta. Donna senza vita che sputi la tua frustrazione contro la mamma dal bambino intelligente e umile, fumando in faccia ad esso quanta più bile per farlo soffocare, tentando di drogarlo in vena con la lunga siringa della tua lingua insincera.
Donna senza vita che t’accorgi di stare per sbagliare tutto, che non vuoi saperne d’usare la tua mente in maniera indipendente – perché affatto cool -, ostinata come la carica di un ariete ad un mulinello d’aria.
Donna senza vita dalle mille difficoltà mascherate dietro ad un sorriso schiocco, una frasi allusiva e il dimenare dell’opulenza del tuo corpo di plastica. Donna senza vita che ti desideri vuota.
Piacente e corteggiata da altri Senza Vita, aride isole solitarie – senza ponti né porti – in questo mare di sentimenti soffocati in cui non ti vuoi riconoscere.