Immagino
Un'opera teatrale in cui dei magnifici porci, dopo essersi scambiati pacche sulle spalle, sorrisi affabulatori e frasi cameratesche, si siedano su dei sgabelli in rapida crescita. Parole demagogiche, gesti ampi, tutto per conservare il loro prestigio; nell'infame nome dell'Onore calpestabile. Ben presto saranno privati della parola, di modo da rendere il tutto una pantomima - e quindi una caricatura farsesca amara - di loro stessi.
Poi immagino di alcuni cerbiatti, qualche scoiattolo, persino delle ninfe animali, che stravolgano la considerazione che abbiamo di loro, deturpandosi avvicendevolmente i corpi con dei randelli, in nome dell-ideale a cui - inspiegabilmente - si sono votati con anima e corpo. Questi dovranno correre e lottare sfiorando gli sgabelli dei porci, come se solo il loro sobconscio vedesse gli ostacoli, ma non la ragione che li comanda. Mi serviranno musiche idonee, tutti dovranno essere partecipi e propositivi; immagino persino che almeno uno capisca l'intento principe che sta sotto. Non ci saranno protagonisti principali. Deve essere la collettivita' a risaltare.
Poi il finale, che non posso svelare, ma che comprendera' intimamente tutti coloro che staranno in sala. Fara' ovviamente piangere, per sfociare in odio e rivalsa, piombando sulla difficilissima decisione del The End con un senso di disagio e leggera vergogna. Poi entreranno gli attori senza maschera, il regista, qualcuno delle luci e il promotore dello spettacolo. Se pomodori o fiori non so. A me importa che si polverizzino le ragnatele nelle menti dei paganti. All'uscita dal teatro, le teste saranno sciacciate sul petto dal peso della ricerca interiore; solo la frescura della temperatura esterna, i rumori della citta' e il dolce tepore insincero di un lampione stradale, saranno le uniche percezioni che faranno comprendere dove vorrei che si andasse a parare.
E tutto sara' nuovo; si potra' finalmente tornare a sorridere, pur sguazzando nel fango.
Qualcuno deve pur rischiare, se non vogliamo che le persone perdano definitivamente la speranza.
Il tutto per dire
Poi immagino di alcuni cerbiatti, qualche scoiattolo, persino delle ninfe animali, che stravolgano la considerazione che abbiamo di loro, deturpandosi avvicendevolmente i corpi con dei randelli, in nome dell-ideale a cui - inspiegabilmente - si sono votati con anima e corpo. Questi dovranno correre e lottare sfiorando gli sgabelli dei porci, come se solo il loro sobconscio vedesse gli ostacoli, ma non la ragione che li comanda. Mi serviranno musiche idonee, tutti dovranno essere partecipi e propositivi; immagino persino che almeno uno capisca l'intento principe che sta sotto. Non ci saranno protagonisti principali. Deve essere la collettivita' a risaltare.
Poi il finale, che non posso svelare, ma che comprendera' intimamente tutti coloro che staranno in sala. Fara' ovviamente piangere, per sfociare in odio e rivalsa, piombando sulla difficilissima decisione del The End con un senso di disagio e leggera vergogna. Poi entreranno gli attori senza maschera, il regista, qualcuno delle luci e il promotore dello spettacolo. Se pomodori o fiori non so. A me importa che si polverizzino le ragnatele nelle menti dei paganti. All'uscita dal teatro, le teste saranno sciacciate sul petto dal peso della ricerca interiore; solo la frescura della temperatura esterna, i rumori della citta' e il dolce tepore insincero di un lampione stradale, saranno le uniche percezioni che faranno comprendere dove vorrei che si andasse a parare.
E tutto sara' nuovo; si potra' finalmente tornare a sorridere, pur sguazzando nel fango.
Qualcuno deve pur rischiare, se non vogliamo che le persone perdano definitivamente la speranza.
Il tutto per dire
Donna: impasto di fango
brodo primordiale di pensiero
termine ultimo di ogni mio gesto o sguardo
brodo primordiale di pensiero
termine ultimo di ogni mio gesto o sguardo
2 Comments:
Che dire... sarebbe uno spettacolo psichedelico per davvero...
Caro frutto posso,
è tutto molto bello quello che scrivi, peccato che a volte mi cadi su dei piccoli ma importanti particolare...
tipo che l'arancio non è un frutto ma un agrume...
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