Monday, September 25, 2006

9:56

Ci son mattine in cui non ti va di fare nulla. Te ne staresti ben rintanato sotto le coperte, nel calduccio che il sonno ha trasmesso al giorno. Finestre chiuse, o forse a spiraglio sull'esterno dilagante, ti chiedi se sia il caso di rimmetteri a dormire.
Poi v'e' il capo redazione che ti urla dietro. Non hai fatto. Hai fatto? Sei in ritardo! Le fisime psicologiche della vicina di scrivania, la mitologia distorta del venditore di torte di fronte.
C'e' l'espressione di chi ti lasciera' presto, nel viso della ragazza che ami; analoga cosa compare nelle mutandine della semi-bambina con cui la tradisci.
Il sociologo pazzoide, l'anarchico in festa guerresca, il comunista e il fascista contro il mondo, il cattolico e l'islamico che ti additano accusatori. Sei uno sbagliato. Comunque vada sei sempre dall'altra parte. Non stai facendo il giusto. Ma quando e' che imparerai a vivere nel mondo?
Le mura della citta' ti guardano da una distanza da terra immensa, le case non ti sono mai sembrate cosi' cupe, il lunedi' mattina traspare ribellione. Una manichetta antincendio, a terra appena usata da un incauto bambino, e' l'unica cosa che ti saluta quando passi il tratto di parchetto; mentre le suole bucate in cui infoderi i tuoi piedi, si stanno allagando pian piano.
Guardi i video dei Parkuor e ti vedi, libero come loro, ma tanto sai benissimo che non proverai mai nulla di tutto questo: bisogna essere allenati, serve impegno e passione. E forse e' solo una passione passeggera.
Si vuole un mondo migliore, la casa milionaria, e nel contempo l'uguaglianza sociale. Un astuccio con la mucca e il latte caldo al mattina; il risveglio con il cinguettare degli usignoli e la sicurezza di avere di fianco la persona della tua vita.
Ci sono delle mattine in cui anche la politica ti sembra piu' giusta, esatta, conforme alle regole che la freddezza del ragionamento ti consiglia. Li senti, annuisci, decidi di votarli: parentesi perfetta di un'esistenza ben vissuta. Salvo pentirtene alla parola subito susseuguente il tuo voto.
E farsi cadere le braccia sui fianchi, lasciando cosi' che le stringhe dello zaino molle ti stozzino la spalla. Tirandosi il cappuccio sulla testa arruffata, ti sollevi dal mondo e ti riservi un cantuccio tutto tuo. Cosicche', nell'apparenza, te ne torni con la mente al tuo letto.
Ed anche se il gelido vento invernale ha iniziato a spifferare neve, anche se le goccie stanno salendo dal canzino in spugna, mandi a fanculo il mondo, e ti stringi a quello che puoi tenere ancora stretto senza che nessuno te lo possa soffiare da sotto il naso: Il pensiero.

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Fosse facile vivere in certe giornate gelide...per fortuna il pensiero non ci lascia mai soli...E insieme a lui la speranza di giornate di sole...sofia

12:48 PM  
Blogger my blog said...

Bravo veramente bravo,
in poche e semplici parole sei riuscito a mettere l'insicurezza che tormenta un sacco di persone, forse è solo la scelta della giusta direzione da intraprendere che confonde e disorienta.
ciao

4:15 AM  
Anonymous Anonymous said...

Bravoooooo, sei un grande, sei reuscito a descrivere quello che sentiamo quasi tutti ogni mattina! ma proviamo a cambiarci un po di questo sentiemnto, anche se duro ma proviamo.... ciao

1:20 PM  

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