Sunday, June 04, 2006

Mettersi in gioco

Ci sono alcune volte che sarebbe meglio lasciare perdere. Lo senti a tatto, appena metti il naso al di la': un formicolio alla base del mento, la spalla si disinnesca, la mente avanza a singhiozzo: tutto di cui sei fatto esclama a gran voce: "Lascia perdere! Lascia perdere!".
Ma l'uomo, l'irreprensibile irriverente chesatuttolui Uomo, pur avvertendo il sesto senso additarlo a gran voce, mica gli da' ascolto. No! Sarebbe troppo facile, non conforme alle norme di quell'onore, che ha calpestato chissa' quante volte, prima di quel momento. Si mette a fare il paladino della giustizia, il baluardo della morale comune, la fortezza inespugnabile della vita come deve essere condotta!
Quando e' troppo tardi, quando finalmente capisce il significato del martello pneumatico che gli perforava l'interno, eccolo divenire lo zimbello, lo straccio con cui pulirsi le piu' infime parti anatomiche. Qualcuno inizia a comporre, un altro a scrivere, un altro ancora si confida con la persona sbagliata. Un piccolo manipolo decide di farla finita.
Caratteristica principe del dopo-periodo e' l'estrema lunghezza che intercorre tra l'avventura che ha causato il Patratrack, e la prossima. Penso sia per dimenticare quanto si sia sofferto. Ma potrei essermi anche sbagliato.
Dal mondo del Mettersi in gioco e' tutto. Chiudo la comunicazione.

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