Thursday, July 14, 2005

L'uomo senza futuro

L'uomo senza futuro e' la storia troncata. Interessante in ogni suo concetto. Non gli importa affatto di quel che verra', quindi s'accontenta di quel che gli par di sapere, e non s'affascina di fronte ai miti d'ogni giorno. L'uomo senza futuro e' uno schiavo schiavizzante, scevro di se stesso. E' venerato dagli altri come un eroe rinascimentale perche' non ha paura di dire le cose come stanno, e proprio perche' sa di non avere un futuro, lo splendido incartamento di cui si ricopre e' del color del cielo. Puo' puntare alla perfezione con una disinvoltura estrema, giocandoci anche; accarezza le folte chiome di tutti, incredibilmente attratti dalla forza sprigionata da quel se stesso; assoggetta le folle e plasma il proprio credo come meglio gli confa'. Invidio l'uomo senza futuro, perche' forse ha smesso di perdonarsi il passato: non avendo quello che non puo' esistere, questo semidio non si volta mai indietro per cercare connessioni a quello che potrebbe essere.
Mangiamo e beviamo di uomini senza futuro, perche' ci danno la sicurezza che la nostra penosita' di pensiero e' un dono piu' grande del loro decisionismo estremo. Ci disperiamo quando muore; dentro di noi, pero', tiriamo un respiro di sollievo. E la domanda che ci poniamo e': "E se l'uomo senza futuro avesse potuto vivere quanto noi?". Una bella domanda.
Una domanda che pongo a tutti voi.

Wednesday, July 13, 2005

Adesso sono qui

Curvo su dei simil-lindi tasti, a trastullarmi l'animo con dei concetti ancora troppo astrusi. Domani ho un esame, e' chiaro, e proprio per questo mi sento sempre meno pronto in ogni attimo che passa. "Sei alla fine della sessione, l'ultimo sforzo!" continuano a dirmi. Ma se non avessi mai fatto uno sforzo sino a ad ora, non sarei capace di esprimere il concetto, no?. A pensarci bene sarebbe una bella scappatoia.
Purtroppo, come dice una famosa conzone, la vita non e' un film, quindi bando alle ciance e continuiamo a dannarci la vita nel cercare di migliorarla. Migliorare? Che c'e' da migliorare? Non e' forse vero che sono finito dalle parti sbagliate, rispetto a quel che potevo fare? Devi migliorare e basta. Si, certo, devo migliorarmi. Va bene, o capito.
Dicevamo: sono qui su dei maledatti tasti che sto mandando a schermo qualcosa di non troppo ben definito, e quello che vedete e' solo una scappatella delle mie mani, sempre desiderose di poter esprimere qualche concetto. Come quello che sto' cercando di compiere questa mattina. Ma se ho appena detto che non so neanche se sono concetti, questo guazzabuglio di formule e funzioni informatiche! Sono concetti. Punto e basta. Ah si, Ok. Ci credo.
Ricapitoliamo: sono qui su una comprensibile scacchiera di lettere, proiettante a schermo delle incomprensibili associazioni delle medesime. Incomprensibili almeno a me. Conto che qualcuno ci creda in quel che sto creando. Devo migliorarmi. Almeno dicono.
Ah ah! Questo non e' una serie di concetti espressi dalle mie svariate falangi! Questo e' solamente uno sfogo dei maledetti quattordici nani! Devo ammetterlo: per poco non mi gabbavano un altra voltra. Riconosciuti
Tana.

Tuesday, July 12, 2005

Un urlo

Voi che vi drappeggiate con le parole altrui, che mostrate orgogliosi l'ultima fiamma caduta nella vostra rete, spacciandola come una delle tante. Voi, magnifici folli in ogni notte del sabato sera, ubriachi di voi stessi e di nient'altro. Voi, sole isole sperdute di un mare troppo poco limpido per ospitarvi. Voi, perfetti qualunquisti d'una notte buia. Voi, intrepidi doppiogiochisti del futuro prossimo, sempre pronti a gabbare chiunque vi capiti a tiro della vostra fallace idealita'. Voi, puttane celebri dell'algoritmo mediatico in cui siamo immersi. Voi, voi tutti.
Vi disprezzo ma v'ammiro: probabilmente vivete meglio di me. Anzi, sicuramente avrete maggiori probabilita' di salvarvi le coronarie, visto che l'unico problema a cui pensate tutto il giorno, e' il profondo utilitarismo in cui sguazzate ogni giorno. Ammiro anche il vostro lessico, penoso alle orecchie esperte ma incredibilmente attrattivo per il resto, la maggioranza. Altri voi. siete persone di successo incuranti di quel che vi sta attorno, incapaci di decidere a che santo votarvi, se non a voi stessi. Vi ammazzerei di baci ogni volta che passate, granitici ed imperturbabili su ogni avvenimento che accadde agli altri, salvo poi farne una tragedia quando accadde a voi. Vi stuprerei, tanto v' amo d'odio.
Ma non posso elevarmi ai vostri lidi felici: ho letto troppo per tornarmene indietro.
E fare l'indifferente. Perche' la cultura e' una strada a senso unico.

Monday, July 11, 2005

Giocando

Metto i miei esaltati nelle tue terre per essere pronto a fronteggiare degnamente l'invasione che, inevitabilmente, riesco ad intuire dalle tue parole in conferenza stampa. Passano degli anni, non sembri darmi piu' importanza come un tempo, io comunque continuo ad infiltrare persone per rendere piu' robusto il mio contrattacco.
Attacco le due torri inneggiando ad un credo supremo; 3000 pedine morte fanno 3000 punti, piu' trecento per l'inno al mio dio. Tocca a te. Invasione delle terre con forze dei quattro elementi, conquista della mia zona; 5000 punti, piu' 500 per la conquista della mia zona.
Non sono sconfitto: faccio esplodere piu' autobombe nel centro della capitale e un famoso hotel sulle coste del mar rosso; 2000 punti. Tocca a te. Invadi anche lo spazio fiancheggiatore, provocando un'onda mediatica tale da far cadere a furor di popolo una famosa statua; 3000 punti, piu' 400 per la statua.
Mando a farsi esplodere qualche pedina nel bel mezzo del mercato, architettando anche l'attacco al treno; 4000 punti per il successo mediatico, piu' 200 per la cecita' delle forze segrete. Tocca a te. Passi perche' lo scetticismo dilagante non ti permette di fare alcuna iniziativa; meno 1000.
Faccio saltare qualche treno, l'underground ed un bus in famose citta'; 1000 per le pedine morte, piu' 3000 per il dilagare mediatico. Tocca a te. Non puoi piu' fare niente, t'appelli a false promesse alle conferenze stampa, nella speranza di potertene uscire al piu' presto; meno 2000.
Gia' stufo? Ah, hai fame. Va bene, andiamo a mangiare qualcosa. Lasciamo qui lo scacchiere? Eddai, non fare quella faccia! Non e' poi cosi' scontata la mia vittoria. Vedrai che forse ti viene qualche bella idea.
Coca-cola o fanta? Coca-cola, come immaginavo... non essere cosi' abbattuto: e' solo un gioco.

Thursday, July 07, 2005

Chi sono io

Sono un capitano a bordo della nave "nautilus" nel bel mezzo dell'oceano pacifico. Sono un gelataio italiano, emigrato a time square per inseguire il sogno della facile finanza. Sono in nipote misconosciuto di quella vostra zia lontana, quella che non si fa piu' sentire. Sono uno scrittore famoso sotto falso nome, sempre desideroso di che cosa possa esprimere la gente normale senza il filtro della soggezione. Sono il vostro sogno sessuale perverso, quel pensiero mai detto neanche all'amica piu' cara. Sono quel barbone che v'ha chiesto la carita' il giorno addietro. Sono mio nipote da giovane. Potrei inventarmi moltri altri profili dei lati del me stesso, senza per questo cadere in contraddizione. "Scrivo, per questo mi e' naturale adattare la finzione sulla vita reale" sarebbe la classica frase che vi sentirete dire da uno scrittore per scusarsi delle scelleratezze compiute.
Balle: siamo tutti umani dal primo all'ultimo, e proprio per questo vogliamo una vita migliore di quella posseduta. Non potendola avere, ci inventiamo chissa' quali stratagemmi per rendere la finzione quanto piu' reale possibile.
Sono come mi scrivo, nessun compromesso, e solo il fatto che vi possa suscitare qualcosa quello letto in questa mente virtuale, da un'idea del grado di fedelta' riscontrato dal vostro subconscio.
Ma siamo sicuri che io sia veramente quello scritto? Chi ve lo dice che tutto questo non sia un abile stratagemma di disillusione abilmente architettato?
Un buon specchio della storia intesa a cicli. Anche del gatto che si morde la coda. Comunque un inutile modo di impiegare i vostri neuroni ronzanti.

Wednesday, July 06, 2005

Memoria

Strappa il dolore che ho dentro
ricucisci gli estremi
lenzuolo della mia vita.
Tra intrepidi alti e laceranti bassi,
solo poi mi rammarico
di aver sbagliato.
Gli unici ricordi alla mente
sono gli estremi
di questa caccia
alla disperata follia
di vivere ancora.
Non riesco ad ingurgitare
se non utopie.