Tuesday, November 22, 2005

Scusate il disturbo

Questo era un post che volevo scrivere piu' avanti, quando la coscienza di me fosse stata piu' matura e capace, ma allo stato attuale delle cose, non vedo altra chance che scriverlo di getto. Quindi allacciatevi la cintura, che si parte.
Volevo parlare di rivoluzione, affatto comunista o pilotabile, necessaria per come ci si vive nel mondo. Non avete mai pensato che potrebbe andare meglio? Che, anche se l'ottimismo cosparge tutti, qualcosa non va per il verso giusto? Se questi pensieri vi hanno anche sfiorato, vi annuncio senza indugi, di aver varcato il soglio della corporazione massonica della Banda degli Sfigati. Ebbene si, miei cari lettori, ci siete anche voi in questo marasma di denti storti, menti piangenti e macchine contorte. Dove un sorriso vale piu' di un paio di scarpe milionarie. Dove ci si puo' parlare sinceramente, rivelandosi tutto, senza problemi di sorta ad essere quello che si e'. Siamo dei poveri sciocchi, come no, ma siamo la maggioranza. Quindi, e qui concludo, mi sembra logico farci sentire, una buona volta; urlando a squarciagola per le piazze; incendiando cassonetti e macchine; vivendo nella clandestinita' per non essere presi da Loro.
Facciamolo, cavolo, personalmente ci metterei tutto. Serve solo convinzione e fede in quel che si crede, niente piu'. Manifesti, cortei e quant'altro si ritenga necessario, per vedere di che pasta potremmo essere fatti.
E poi?
E poi eliminare Buttarsi, sostituendolo con Scagliarsi.
E poi?
E poi mangiare di quel che si trova, eliminando dal menu la cucina.
E poi?
E poi prendere il potere, una buona volta.
E poi?
E poi dividere i Nostri dai Loro. Gli Sfigati contro gli Altri.
E poi?
E poi insediarsi su tutti gli strati sociali.
E poi?
E poi aspettare la prossima rivoluzione.
Che ci eliminera'.
Noi, sempre mammiferi.

Friday, November 18, 2005

Sul come ci ha fregato Melissa P.

Io me la immagino Melissa P. quando e' andata a consegnare il proprio plico di fogli, il primo, all'editore: scarpe con il tacco basso, vestitino svolazzante, un filo di trucco sul viso giovane. Fatta venire a concludere l'accordo per le stampe, avrebbe firmato con un sorrisetto sornione sulle labbra: ci stava fregando tutti.
Si, miei cari lettori, ci ha letteralmente fottuti tutti, sia davanti che dietro, con un libro assolutamente anonimo, trattante misfatti e consuetudini sessuali, di una ragazza dalla mente fuggevole. Un libro che potrebbe essere scritto da chiunque per quanto concerne lo stile, mentre per i contenuti, sapete meglio di me che la mente puo' partorire quanto di peggio si possa sperare. Che cosa ha fatto in piu', quindi, Melissa? Ha solo messo la faccia, la reputazione di una ventenne, salvo andarsene a salvare in corner, non rivelando la vera identita'. Si, chiaro, adesso si e' esibita al mondo, ma con due milioni e mezzo di copie vendute, pure io potrei spacciarmi per una drag queen esercitante, credetemi.
E se qualcuno mi venisse a dire che quel libro ha significato molto per lui, sappia che e' stato raggirato ben bene. Perche' quelle parole di elogio non provengono dal buon gusto, ma dallo shock di aver comperato un libro pornografico, senza essersene resi conto. Trarlo dall'ultimo piano in alto, al di la di una spessa barra verde, in un Autogrill sull'autostrada del sole: quella sarebbe stata la degna collocazione.
Brava Melissa P., non stanchero' mai di affermarlo: tu si che sai come va il mondo. Squilli di trombe e rulli di tamburi, arriva la regina della narrativa italiana!

Thursday, November 10, 2005

Sul mio popolo

Amorini dagli arti spezzati, adocchianti scheletri malfermi, semivivi, uscenti da delle tombe di gelato. Pisciatoi di latta nuda, barricati su di una chiglia ceramica di seconda scelta. Il nonno di mio nonno, uscio pure lui, che cerca con insistenza l'occhio tra il lerciume. Immondizie ovunque, tra le gambe e nelle testa, spostate a fatica dagli arti morenti in mucchi, a lato di queste strade immaginarie. Ratti nei sacchetti della spesa, nelle scarpe degli appestati come nelle buche profonde, banchettanti la pochezza che pervade questo Tutto. Capelli a ciocche, mignoli inquieti, pustole e reni, in una sorta di fiera della malattia degenere. Una mannaia piantata fino al manico in un tronco. Un foro di proiettile nell'aria, ben assestato. Certi baluginii d'oro informe qua e la. Mangiatori di serpenti e pagliacci dai denti aguzzi. Samurai di ceramica. Nani stanchi. Puttane tristi, ammiccanti al profitto tra le membra morte. Sorrisi a cui mancano finestre, buie e lucenti, da cui i vermi decompositori guardano l'esterno. Un calore soffocante.
Ed io, su di un treppiede di latta e fango, con un frac sfilacciato, un cilindro di mollica, dirigo il tutto a gesti ariosi e sicuri, come un compositore alla prima della nuova armonia. La mia bacchetta spezzata per gli attacchi. Nel viso, lo squarcio dentato come ricompensa.
Ed il mio sedere ben piantato in faccia ai non partecipanti.

Friday, November 04, 2005

Ballare

Indossare gli indumenti che non porteresti mai nel vero, nella vita reale, onde non venir preso per il Solito egocentrico. Misogino temporale. Lucidare la macchina, piallarla dal piattume di ogni giorno. E poi via!
Gli amici sorridenti se ne salgono festanti, sorridenti, come di porci in un allevamento di scrofe. Si sta bene, la serata e' quella giusta, l'ideale per andare a fuggire. Correre. Passare la barriera degli uomini muscolosi, con lo sguardo duro e l'auricolare ficcato indelebilmente nel timpano.
Dentro, finalmente, nel mezzo del centro del mondo di questa sera. Muoversi, indifferentemente dalle forme, confondendo la destra dalla sinistra, mentre l'alto e il basso vanno ad incontrarsi nel mezzo. Mulinamenti di arti, assurdi e magnifici. La altre sono belle, interessanti, disponibili e difficili. Spremuta di noi sulle maglie, in chiazze da nascondere ma necessarie, nelle magliette e sotto le ascelle. Spruzzata celebrale. Spegnere il cervello. Quella ti ammicca. Sei magnifico. Quell'altra ti si struscia. Sei impossibile. Offri da bere, ti allontani di qualche istante, compi l'acquisto, poi ti rituffi dentro. Un'altra volta nel mezzo. Nel centro. Sei un turbine di speranza repressa, voglia e posizioni da stecchirti all'istante. Ma ti senti bene, sotto l'effetto di una nuova droga: te stesso.
Questa notte sei l'imputato principale del processo di fottitura mondiale.
Posteriore di un mondo che non vuole riconoscerti.

Tuesday, November 01, 2005

Amore

Penso sia il periodo giusto per parlare di questo sentimento, massimo tra i sommi, altamente inflazionato nelle bocche delle persone. Non come Pace, sia ben inteso, ma poco ci manca. E' il periodo giusto perche' sono disincantato, scettico, oltre che poco propenso a indiavolarmi per delle cavolate, e poco incazzato con il mondo.
Questa parola - cinque lettere, composto da tre vocali e due consonanti -, e' praticamente scomparsa nelle bocche. Salvo alcuni artisti - Benigni, per esempio -, e gli innamorati veri - pochi -, infatti, la parola Amore viene soppiantata da piu' evasivi Mi piaci o dai terrorizzanti Sei bellissima/o. Badate bene: qui si parla di Amore, non di amore.
Anche nelle coppie piu' fashion e conclamate, questa parola non esiste piu'. Si preferisce mostrare, portare agli occhi, ma neanche piu' nell'intimo c'e' la sincerita' di un rapporto sano, indispensabile, preludio di un futuro inamovibile. Questo perche'? Penso sia la paura di mostrarsi per quel che si e', facendo vedere all'altra/o di non essere super eroi, rivelando pecche e cavilli mai esibiti a nessuno, di cui si ha timore di sembrare Umani. Ho visto amici completamente presi da una ragazza, a cui preservavano il novanta per cento dei propri pensieri, mettere le mani avanti alla fatidica parola: ma la ami? Si ha paura, insomma, di essere oggetti di un sentimento troppo grande per essere spiegato, incomprensibile ma naturale. E da qui si potrebbero spiegare molte cose, quali lo scambismo di coppia - sempre piu' presente -, e il fenomeno sempre piu' preoccupante delle divisioni consensuali.
Ma di che avete paura? Di esporvi troppo? Di rischiare? Di non essere piu' padroni del vostro futuro, se mai lo siete stati? Vi preoccupa il fatto di non corrispondere esattamente all'uomo/donna perfetto, immaginato dall'altra/o, con gli occhi del colore opposto rispetto al vostro?
Se avete delle risposte a queste domande, mi verrebbe da dirvi che non c'avete capito niente, ma, d'altronde, io chi sono per dirvi questo?
Sputatemi in faccia, please.
Grazie comunque.