Thursday, April 21, 2005

Mon dieu (0)

Sei a Parigi, una valigia e' tutto quello che hai e la Senna, scura ed imponente, scorre sotto di te come un'autostrada di anime ululanti.
Hai lasciato i tuoi genitori a casa, anzi, sei praticamente scappata; non sai neanche tu il motivo di un gesto tanto insensato, sai solo che hai preso una vecchia valigia, l'hai riempita di vestiti comodi e sei salita sul primo treno partente dalla stazione e te ne sei scesa al capolinea: Parigi.
Fantastica questa citta', ma non oggi: tutto e' coperto da una pioggerella fine che rende scivolose le superfici, i lampioni mandano un tenue riverbero che non basta ad illuminare neanche se stessi e le persone, quelle persone di cui hai sentito parlare cosi' bene, ti incrociano e tirano dritto. Senza salutarti. Senza voler fare conoscenza. Neanche un benvenuto. Nemmeno un grazie.
Hai le scarpe fradice, probabilmente quello che hai dentro la valgia sara' gia' da buttare e t'accorgi solo ora di essere in possesso di pochi spiccioli, bastanti solo per un caffe'. Magari anche un toast.
Sarebbe facile buttarsi, la valigia zuppa d'acqua ti tirerebbe sul fondo in un battibaleno e la corda che collega quel contenitore alla tua cintola non lascerebbe scampo ad alcun ripensamento.
Basta un passo. L'ultimo

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