Salvo. Ma per quanto?
La mattina te ne stai li a zigzagare nel traffico cittadino, svaccato sul comodo sedile della tua macchina saettante. Non ti preoccupi di quello che ti succede attorno, sai semplicemente che devi rispettare un certo qual orario per non sembrare tanto differente dagli altri. Ad un certo punto un lungo rettilineo ti permette di lanciare a briglia sciolta le svariate decine di equini galoppanti che hai nel cofano, raggiungendo tra l'altro una buona velocita' di crociera. Un sorrisetto soddisfatto appare sulle tue labbra.
Vedi una vecchia utilitaria davanti a te, viaggiante ad una velocita' non piu' considerabile, pensi di poterla far soccombere con uno di quei sorpassi micidiali di cui ti sei munito e, guardando fugacemente lo specchietto laterale, invadi abbondantemente la corsia di fianco. Ti sembra di essere un dio.
Un padre di famiglia, qualcuno che lavora sodo per dare una buona istruzione ai propri figli, se ne sta' viaggiando dall'altra parte e vede la tua arroganza puntargli i fari.
Gli occhi vengono presi dal panico, il corpo si risveglia, il sangue ti si gela nelle vene, cerchi di aggrapparti a qualunque cosa possa frenare. La macchina geme.
Oggi sei salvo, domani tutto questo sara' un ricordo. Tra un mese non ricorderai molto.
Di aver salutato la morte.
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