Tuesday, March 07, 2006

Scarpe

Ne si vedono di continuo: schiacciate in piedi troppo grandi; vaste e roboanti, a contenere un minuscolo piedino; oppure esauste e circospette. Oggetti di moda, indaffarate a far la massima impressione impossibile; pur quando le si acquista al mercatino equo-solidale, hanno sempre quel vago sentore di sfruttamento minorile.
Tra le molte possibili, poche vengono indossate degnamente: vecchiette intrampolate su tacchi asfissianti, logore scarpine sotto al tailleur Gucci, oppure il sempre AAAAAH! anfibio trasclucido in bella mostra sopra i pantaloni.
Oggetti di moda, dicevamo, ma anche di emancipazione manifesta: non vi dicono niente le Converse sdrucite ai piedi, e il can can che hanno provocato all'inizio degli anni novanta? Bene, adesso ci siamo.
Nella panacea di soluzioni possibili, pero', spuntano loro: suola bassa, profilo dolce e sfuggente, quasi invisibile, tanto la calzatura e' stata concepita bene. Infoderando un piede gentile, lievemente diafano - forse imbellettato da un velo di fondotinta - la cui esile caviglia innesta circospetta il polpaccio slanciato, a far tendere al cielo il magico insieme.
Non toccando neanche l'asfalto - immondo, immeritato -, scivolano e progrediscono come se fossero vive, ammiccando civettuole, scomparendo con uno sbuffo di scintille al prossimo angolo.

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