Mon dieu (8)
Poche ore fa mi stavo buttando nel vuoto, senza prima sapere che il padre del mio salvatore ha fatto per un mucchio di anni il macchinista per le ferrovie di stato svizzere. Che mondo insolito. Questo pazzo non la smette piu' di parlare. La Cina ha dichiarato guerra alla Cambogia? E che mi puo' importare adesso? Si, la filosofia greca ci ha salvato da una possibile invasione mediorientale un paio di volte, ma siamo sicuri di averla scacciata per sempre? Non riesco ad intervenire: questo qui non la smette piu' di parlare. Continua avanti ed indietro dal paravento, comparendo con un oggetto diverso ogni volta. Una caffettiera svitante: m'avvisa che mi sta preparando un caffe', non aspettando una qualche mia risposta. Sento l'aroma inconfondibile, fuoriuscente da un pacchetto d'alluminio duramente sigillato, sterile, che s'affloscia al contatto con l'atmosfera riconquistata. Canta un motivetto di Mozart, scandendo per bene l'idioma tedesco. C'inframmezza la prosa del testo mentalmente ripetuto, facendomi capire appieno le intenzioni dell'ilustre. Mozart non mi e' mai sembrato piu' capibile. Adesso cambia ancora tonalita', tornando con un carrellino fumante al di qua del paravento. Come comincio a cogliere con la bocca le prime goccie di liquido fumante, abbraccia con le labbra un clarinetto e m'accompagna nel sossergio. Non sono ancora riuscita a capire niente, ma provo una beatitudine che non so spiegare.
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