Wednesday, June 08, 2005

Esame della persona a fianco

Sono piacevolmente consapevole di non conoscere niente di quel che c'e' da sapere. Per oscuri motivi ancora a me ignoti, forze superiori mi hanno impedito di prendere in mano il libro, distogliendomi da quel che dovevo fare. Ho cercato di concentrarmi ma, riconosciuta la manifesta superiorita' dei miei immensi avversari interiori, sono andato a rifugiarmi nei locali notturni tutte le sere per affogare la mia disperazione in alcool e balli. Quant'e' dura la vita dello studente. Insostenibile ai piu'. Entriamo e vediamo che se ne puo' fare. Sono svuotato come una cozza spolpata.
Benissimo, una la so - rimasuglio di esperienze scolastiche passate - ma delle altre nemmeno l'ombra di un'idea. Vediamo che sanno gli altri qui attorno. Alzo la testa. Bene: il prof sta gesticolando sul suo terminale e non sembra badare ad altro. Attorno a me non c'e' poi molto: persone perse negli inimmaginabili flutti del mare di latte che si stende inesorabilmente sotto di loro. Aspetta aspetta, questo qui sembra saperne piu' degli altri: s'e' appena gettato sul foglio con forza inaudita. Scrive come un forsennato: decisamente sa. Lo chiamo.
Bum. Batto sul banco. Bum. Un'altra volta ma non si scompone affatto. E' un duro, provo piu' forte. Bum. Ha alzato lo sguardo: mia espressione standard di un naufrago alla deriva. Niente, primo approcio fallito. Bum. E dai, rialza quella testa! Bum. Ha girato il foglio, e chi lo ferma piu'? Bum. Ma che ti costa darmi retta? Bum Bum. Non credo a quel che ho visto: se mi rida' retta so come convincerlo. Bom. Ho appena cambiato superfice su cui battere: adesso picchio la gamba del tavolo. Bom. Questa volta c'e' mancato veramente poco: il prof ha alzato lo sguardo, forse si e' accorto che in aula c'e' un percussionista. Bom Bom. Questo qui le ha fatte tutte, adesso sta rimuginando inutilmente. E dammi retta! Bom. Il prof si e' alzato, niente paura. Adesso batto con la nocca sul tavolo. Toc. Si e' messo le mani nei capelli. Bene, non la sa. Toc. E' disperato: l'avverto. Toc Toc. Che si sia riaccorto finalmente di me? Forse si. Aumentiamo. Toc toc toc. Ciao bello! Guarda che cosa ho qui? Hai visto bene? Peccato tu non ce l'abbia... Mi volto nella speranza di una risposta. Aspetto un po'. Ancora un altro po'. Tic. Mi amo quando capita! Parte la contrattazione.

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Hai l'inferno in quelle cuffie.

Ho l'inferno sulla pelle.
Ho l'inferno nell'anima.
Ho l'inferno, ma non brucio
e non mangio di me stesso come gli altri.

Soul growing allways more.

1:08 AM  

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