Mon dieu (4)
Non ha una voce possente e baritonale da entità superiore, nemmeno stridula e lacerante da demone, bensì un'insieme di armoniche assolutamente normali. Non credo assolutamente a quello che mi dice: afferma che mi ci è mancato veramente poco a scivolare giù, afferma anche che mi ha preso all'ultimo momento.
Quindi sono viva, nessuno glielo ha chiesto, ma sono dannatamente viva. Chi è questo? Che cosa vuole dalla mia vita? Lo odio profondamente; lo disprezzo perchè ha osato intromettersi tra me e il mio destino. E che non mi venga a dire di essere un emissario di quel che vuole: è una persona da odiare, indifferentemente da quel che mi possa dire.
Capisco ancora poco di quel che mi dice, parla un italiano stentato, e solo ora ho capito la prima azione sensata del figuro: mi ha appena offerto un tè. Caldo, liquido, saporito. Non volevo berlo, ma l'ho bevuto perchè me lo ha amichevolmente intimato, me lo ha fraternamente ficcato giù per la gola. La forca potrebbe essere questa tazza che reggo in mano, per quel che ne so. Ha un bel viso, non parla assolutamente male adesso, mi sembra che voglia una risposta.
Non mi lascierò ingannare da lui, so che è un altro dei loro. Un altro che vuole usarmi. Magari è tutto compreso nella mia espiazione. Quella espiazione che non merito. Terrena e dolorosa. Non eterna, quella sarebbe qualcosa di definitivo. Perchè non ho paura del dolore, ho paura dell'incertezza del dopo.
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