Consueta epica battaglia
E lo sveli al mondo, polverosamente presente nel fondo porcellanato, noncurante della trasformazione subita poc'anzi ad opera di tuoi simili. E' grato a tutti noi, ma non troppo. Stava bene anche prima.
Quando tocca il fondo, contrariamente al senso comune, il prestigio a lui attribuibile s'accresce in maniera esponenziale. Non c'e' alcun dubbio: e' il re di quel luogo diafano. Un dio supremo sulle sue terre.
Pericolosamente il nemico nero s'avvicina, sempre piu' velocemente, fino a toccare la dolciastra essenza della perfezione. Dopo un prmo tempo di passivo supplizio, con lenti e maestosi esercizi di assoggettazione, anche la sostanza nera - il male? - viene domata e sconfitta. A questa impari lotta il potere supremo non ne esce incolume, infatti ha assunto, seppur non definitivamente, parte del colore dell'usurpatore.
Quando tutto sembra volgere a favore dell'immensa potenza manifesta, arriva dall'alto un secondo pretendente al regno illegittimo. Esso e' bianco, mandato da dei lontani e irriconosciuti; questa volta la carica e' impressionante, la quantita' con cui viene a cercar di sconfiggere e' qualcosa di non piu' arginabile, contrastabile. Potenza suprema piu' grande del presunto supremo stesso. Ed e' tutto finito, anche questo dio se ne e' andato per sempre, soppiantato da qualcosa che lo fara' dimenticare. Ma che ci si dimentichera' a sua volta inghiottito dall'oblio eterno. Il buco vivente che si cibera' del campo di battaglia.
Quando questo zucchero, questo latte e questo caffe' la smetteranno di litigare.
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