Liberiamo la liberta'
Oggi la liberta' e' un concetto quanto piu' vasto possibile; oramai questa parola si puo' usare nei piu' svariati campi, non e' infatti inusuale sentire l'espressione "liberta' d'azione", piuttosto che "liberta' dalle forze agenti", piuttosto che "liberta' dall'oppressione del regime". Vista tanta proliferazione di significato, vista soprattutto la sempre piu' crescente manchevolezza di basi filosofiche in merito, e' mai possibile che questa parola tanto usata nei giorni d'oggi abbia perso quella sacralita' tanto decantata dai menestrelli del regno?
Su tutti i vocabolari c'e' una definizione in merito ed e' curioso, a riprova di tutto quello detto prima, osservare come in tutti gli anni, a queste sette lettere vengano aggiunti sempre piu' definizioni. "Fantastico, che c'e' di male?" direte voi in merito. Beh, mi dispiace deludervi, ma non penso che tanto dilagare possa esprimere un concetto unico ed apollineo, in linea con quello espresso dai padri; basti pensare al sempre piu' vicino rifiuto d'espressione della parola "pace", in parte collegata con colei a cui dedico questo articolo, adoperata a sproposito a riguardo della recente guerra del golfo. Essa, d'apprima usata come forma spontanea di protesta contro la guerra, e' stata ora accomunata ad una specifica fazione politica: disgusto.
Quindi vi prego, vi suppico ed imploro: non mandate la liberta' a mendicare per le strade dei concetti.
In questa societa' povera dei medesimi, riassunti in poche righe sul retro del cartone del latte. Sul bordo inferiore di un cartellone pubblicitario. Sull'elastico degli slip. Nelle istruzioni d'uso.
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