Fantasia repressa
Al giorno d'oggi si stima che nel mondo, su questa punto fangoso nell'universo, la popolazione umana mondiale abbia raggiunto i sei miliardi di unita'; detto questo, ponendo che un terzo sia prettamente dedicato solo alle materie matematiche, un quarto allo schiacciamento di pulsanti davanti alla tv, un bel quinto alle pratiche sportive, un altro consistente quinto troppo occupato alla priopria carriera, e un ottimo sesto di tutto questo non gliene frega niente, scopriamo, tra lo stupore generale, che i milioni di tomi dedicati alle opere letterarie, non sono neanche lontanamente paragonabili al miliardo di persone potenzialmente redattrici. Questo e' un insulto all'intelligenza umana, uno scempio alla teoria che vuole il lobo sinistro del cervello, e quindi la meta' del nostro potenziale intellettivo, interamente dedicato all'elaborazione della fantasia. L'antitesi del cosiddetto dominio del genere umano. L'annullazione della differenza tra noi e la scimmia.
Probabilmente tutto questo e' dovuto all'incredibile pigrezza in cui ci siamo calati, probabilmente e' anche un certo timore nei confronti dei scrittori piu' quotati - un confronto, infatti, sarebbe impietoso -. Magari e' anche un po' di paura. La paura che coglie ogniuno quando vuole dire qualcosa di veramente suo, la paura di emozionarsi troppo davanti ad una rappresentazione teatrale ben riuscita. La paura di dire qualcosa che contrasta con quanto appena detto dal gruppo. Di scottarsi tra le fiamme. Di mangiare il dolce veleno dell'improvvisazione, esternando troppo il proprio essere. Di farlo diventare spot.
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