Tuesday, May 31, 2005

Referendum

La chiesa, nel bene e nel male, e' stata l'unico potere che ha potuto influenzare tutte le scelte politiche negli ultimi duemila anni. Niente di male in tutto cio'; avranno fatto anche degli sbagli, ma almeno hanno preso delle posizioni ferme e decise sugli inevitabili interrogativi che il genere umano si poneva.
Siamo in tempo di referendum sulla procreazioe assistita e, tra lo stupore generale - vuoi per la paura di perdere un altra volta, vuoi per un dilaniamento interno che mina la stessa saldezza di principi di ogni suo accolito -, il potere temporale impersonato ha preso una decisione infelice, dichiarandolo anche pubblicamente: non andate a votare. Astensionismo, insomma.
Sarebbe un abile mossa politica per far perdere tutti e due i fronti, su questo non c'e' alcun dubbio, ma ponendo la (per loro) sventurata ipotesi che si raggiunga il quorum, quindi decretando un vincitore al dualismo della scelta, si presenterebbe davanti ai porporati e simili un tremendo responso: di essere degli ignavi.
Non criticate aspramente questa mia ultima parola, mica ha piu' la potenza espressiva del tempo in cui fu scritta dal divino Dante. Tutti quelli che hanno scelto come linea decisionistica quella proposta dal magnifico cardinal Ruini, di colpo si troverebbero appioppati al partito vincitore, scagliandoli lontano dalla protesta morale sui principi discussi. Perche' chi s'astiene patteggia sempre per il vincitore.
Non voglio fare slogan verso il "si" piuttosto che il "no", non e' mia intenzione, cerco solo di convincere che l'astensionismo e' un'arma a doppio taglio, che ha come unico scopo quello di rivoltarsi contro chi la sta usando. E ci si troverebbe di essere in balia delle onde altrui, scaraventati di qua' e di la, magari inseguendo una banderuola che continua a voltarsi indispettita. A volte si volta verso il "Si", a volte verso il "No". Senza poterlo decidere.
Penso che sappiate dove avete gia' sentito qualcosa di simile...

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