Thursday, June 16, 2005

Mon dieu (7)

E la ragazza se ne stava li, sdraiata a guardare lo scorcio di cielo, mentre la musica pian piano scemava nell'ombra, lasciando che gli ultimi istanti di vita sinfonicamente vissuta scivolassero dentro di lei.
Ma come un bellissimo sogno anche la musica cesso', portando con se l'atmosfera ancora in parte avvertibile nelle impercettibili, dolci scariche di sensazioni. Il ragazzo, il quale durante tutta l'esecuzione del pezzo era sembrato indifferente alla giovine, solo ora portava gli occhi al cospetto di lei, svelando in parte il valore della propria anima. Giornata solare, per certi versi spettrale, sembrava essere ritratta in quelle due pupille perlacee. Ad una prima vista poteva incutere timore tale stranezza. Ma non dopo quel pezzo.
Un sorriso ampio svelo' l'effettiva curatezza del proprio essere, cosa che spinse la ragazza a domandare quanto di piu' banale - e per certi versi appropriato - potesse adattarsi a quel momento.
Fu letteralmente un ciclone in fuga: scese repentinamente dallo sgabello, butto' l'ottone in uno dei qualsiasi luoghi scelti dal caso, andando a prendere qualcosa al di la del paravento. Un biscotto di grano duro, probabilmente abbastanza vecchio, comparve appigliato alle sue labbra. Un suo simile venne lanciato dal nulla verso la giovine. La ragazza venne presa in contropiede. La prima volta da quando era arrivata qui. A Parigi. La citta' degli artisti. La metropoli dei suicidi passionali.
Ed il ragazzo racconto' delle cose mai sentite. E le narro' di fronte ad un'incredula Claudia.

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