La storia infinita
Si cresce soffrendo. Tutti i giorni, ogni ora, tutto e' un inutile palliativo nella speranza di poter continuare a vivere serenamente, giocando coi sentimenti con la stessa gioiosita' di un bambino sotto una colata lavica. Mangiamo fango, respiriamo bitume, e non c'accorgiamo di sprofondare al di sotto del ciglio stradale della vita. Ma la vita esiste? Potrebbe esistere, basta solo credere nell'esistenza di questa parola di senso incompiuto.
Io non ci voglio credere, soprattutto quando t'arrischi a non volerla piu' vedere per non soffrire ancora. Sono debole, si, sono un maledettissimo pan di spagna nel mondo ripieno di bocche affamate, sempre in balia di posizioni piu' grandi di me. Ma non potete togliermi la dignita' di essere me stesso.
E non potete risbattermela davanti di nero vestita, con quell'espressione ebete e sanguignolenta di una vacca in calore, compiacente a qualsiasi disquisizione verbale si possa intraprendere. Non la merito affatto, probabilmente le scelte su cui adesso mi dispero erano solo idealizzazioni senza capo ne coda, ma sono arcistufo di andare per vie traverse, onde evitare incontri spiacevoli per strada. Fanculo alla storia che non doveva esistere, fanculo anche a questa testa irrequieta. Fottetevi mani indegne di rappresentarmi. Non sono voi.
Credo che sia ingiusto giudicare la vita degli altri, perche' non puoi saperne proprio un cazzo della vita degli altri. Fanculo: mi fai ricordare di aver realmente vissuto solo per pochi attimi. La vita passata.
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