La prendo e la porto via
Magnifica in ogni sua curva, m'ammicca di farmela. Ci giro attorno circospetto, lei non si volta neanche a vedere dove sto guardando: evidentemente le piace essere spogliata con gli occhi. Sorrido compiaciuto, mi avvicino di lato e tento un primo approcio. Sembra evitarmi, poi un timido rifiuto, ma quando avanzo delle pretese piu' ardite, si lascia toccare da delle mani inopportune. Le mie. Non e' mia - mi ha gia' fatto intendere che e' di un altro -, ma la sostanza di cui e' fatta non puo' subire proprieta', quindi sono e saro' sempre uno di passaggio: il suo reale compagno e' solo un povero illuso. Guarda come si fa a farla godere. Di come te la soffio da sotto il naso, di come te la uso da animale, riportandotela soddisfatta, ebbra di piacere, una volta che avro' fatto i miei comodi. Alla tua insaputa. Ovviamente me ne sbatto altamente di tutto cio', ma quando compio certi tradimenti, cerco sempre una giustificazione. Questa giustificazione che non ho, ma che continuo a cercare. La spalanco con godimento crescente. Mi insinuo. E' mia, l'ho tra le mani, sulle dita, nei capelli e tra le gambe, la sento flettere leggermente quando raggiungo il primo stadio di occupazione, poi geme e si mette sulla strada dell'infamia gridando. E' di prima classe, poco usata e ignobilmente trascurata dal precedente, ovvio pensare al motivo di tanta ingordigia nei miei confronti. Ed io non mi tiro indietro: l'afferro con forza, la faccio strappare quando vedo che si sta rilassando, decelerando quando il ritmo sale troppo, di modo tale da non sfiancarla subito, senza necessariamente farle passare una esperienza piatta. Come ha sempre subito, temo, tra le mani di un ragazzo troppo interessato all'apparire, che alla reale sostanza. Quella sostanza che sto scoprendo a poco a poco, di gemiti e soffocamenti precoci, oggetti rovesciati e legacci suadenti. Gli svergino ripetutamente nuove sensazioni, nuovi stimoli, plasmandola come nuova ad ogni tocco. Sono bravo: l'ho portata su ogni vetta, ma quel che voglio da lei e' qualcosa di piu'. E' l'ora, non ce la faccio piu', ho il corpo madido di sudore, la foga in pochi punti e la faccia tutta tesa: devo liberarmi. Ora, adesso. Guardo l'ultima volta tutti i punti del pellame morbido, afferro con forza quesa forma di timone che mi offre con fare sguaiato, porto il bacino per l'ultimo tocco di fioretto, e lancio questa Ferrari rubata contro un muro di arenaria rossa. Un amplesso perfetto.
4 Comments:
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Oscar, Oscar, Oscar, ma cosa mi combini, ora lasci che il tuo Es (leggi un po' di Freud) prenda il sopravvento anche quando scrivi...gia m' immmagino la tua faccia compiaciuta quando hai terminato di scrivere il pezzo. Comunque hai un certo stile, magari potresti avere un avvenire come scrittore di quei romanzetti rosa da spiaggia; già le vedo, uno stuolo di signore over 40 attaccate morbosamente a quelle righe proibite che tu hai avuto la gentilezza di imbastire per loro...
Tranquillo, non dirò quello che tu ti aspetti (Ba... Sc.....).
Però non azzardarti a cancellare il mio commento!!
Oscarrafone.
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